Con la rimozione delle prime due travi, sono cominciate nella mattinata di mercoledì 12 giugno le operazioni di scopertura del canale di via Riva di Reno, nell’ambito dei lavori della linea rossa del tram.
Contestualmente il Comune di Bologna, in collaborazione con il Consorzio Canali di Bologna, ha realizzato un depliant e un video per informare cittadini e cittadine e rispondere a curiosità e dubbi su questa importante opera: dalla qualità delle acque, ai timori sulla presenza di zanzare e topi.
Il canale sarà interamente scoperto e rifatto. Alla fine rimarrà scoperto il tratto dalla rotonda Ettore Tarozzi fino all’altezza di Via Brugnoli mentre il resto sarà ricoperto.
Il vecchio impalcato di copertura del canale sarà completamente rifatto e sostituito con una nuova struttura.
Nei dettagli il progetto prevede:
Gli spazi adiacenti al corso d’acqua a cielo aperto, costellati da alberature ed aiuole, prevedono:
L’area sul retro della Chiesa di Santa Maria della Visitazione, racchiusa da un lato da una fascia verde con nuove alberature e cespugli, sarà trasformata in una piazzetta pedonale attrezzata con sedute e costituirà un punto di osservazione verso il canale. Saranno posizionate anche rastrelliere per la sosta delle biciclette.
Nella parte sud del canale, invece, in ragione dell’esiguo spazio disponibile tra il ciglio stradale e la sponda, sarà creata una passerella metallica a sbalzo per offrire ugualmente un percorso pedonale di passeggio speculare a quello posto sull’altra sponda.
Quello dei canali di Bologna è ancora oggi un reticolo ampio e complesso di corsi d’acqua artificiali e naturali, chiuse e torrenti, che per 62 km attraversano la città e il territorio svolgendo funzioni vecchie e nuove.
Tra i canali principali, da tempo oggetto di interventi di riqualificazione e risanamento, ricordiamo:
Ma non ci sono solo i canali. Attraversano la città anche i torrenti Aposa e Ravone (sul quale lo scorso anno, nell’ambito del cantiere del tram, è stato realizzato un importante intervento di consolidamento in via Saffi) e i rii Melocello e Vallescura.
I tracciati dei torrenti che scendono verso la città dalla parte collinare del territorio comunale, nel tempo, in alcuni tratti sono confluiti nei canali, tanto che oggi in diversi punti corsi naturali e artificiali si sovrappongono.
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Creato nel Medioevo e alimentato dal fiume Reno grazie all’antica chiusa di Casalecchio, il canale scende in città costellato da paraporti, strutture che ne regolano la portata facendo tornare verso il fiume le acque in eccesso.
Dopo meno di 6 km arriva sui viali al Battifredo della Grada – frammento delle mura trecentesche – dove torna alla luce per un breve tratto per poi entrare nell'Opificio, sede di un’interessante mostra fotografica che ne racconta la storia. Da qui prosegue interrato (la copertura è stata realizzata negli anni Cinquanta) sotto via della Grada e via Riva di Reno, fino a via Galliera.
In via Marconi si dirama nel canale derivato del Cavaticcio, che oggi alimenta una centrale idroelettrica installata nel sottosuolo di Largo Caduti del Lavoro e che, un tempo, attraversava il Porto di Bologna.
Passata via Galliera procede scoperto dietro alle case tra via de’ Falegnami e via dell’Orso, poi, superata via dell’Indipendenza, prosegue, sempre scoperto, dietro alle case tra via Augusto Righi e via Bertiera.
Passata via Oberdan, cambia nome e direzione, divenendo il canale delle Moline che punta a nord verso il Navile.
Nel 1998 sono stati riaperti gli affacci sui ponti delle vie Oberdan e Malcontenti, che si affiancano alla visitatissima finestrella di via Piella.
Il beneficio è in termini di qualità ambientale e di fruibilità dello spazio pubblico: non si tratta solo di “gradevolezza”.
Trasformare un parcheggio in un’area con spazi pedonali, verde urbano, luoghi di sosta e di incontro ben collegati alla rete di trasporto pubblico significa migliorare la qualità della vita delle persone di tutte le età, a cominciare dalla qualità dell’aria.
La qualità odierna delle acque del canale Reno non è paragonabile a quella che scorreva negli anni Cinquanta, quando fu coperto.
All’epoca vi confluivano gli scarichi fognari, non c'erano gli sgrigliatori e nemmeno le pulizie quotidiane. Oggi le acque che entrano in città sono pulite quanto quelle del fiume Reno, come attestano i più recenti rilievi di Arpae, impegnata da anni nel monitoraggio dei canali e torrenti che attraversano Bologna.
Non ci sarà stagnazione perché il canale, esclusi i periodi di manutenzione, funzionerà tutto l'anno, trasportando acqua nel rispetto degli accordi e norme vigenti. Inoltre, con la riapertura della centrale idroelettrica del Cavaticcio – uno dei più grandi impianti di produzione di energia all'interno di un centro storico in Europa – le acque avranno sempre una portata il più possibile costante.
Oltre alle attività ordinarie di vigilanza e alle contravvenzioni per chi viola la legge disperdendo materiali nell'ambiente, è prevista l'azione continua dello sgrigliatore automatico, ovvero l'impianto di filtrazione deputato alla raccolta dei rifiuti che finiscono con l'essere trasportati dal canale. È necessario tuttavia che sia la comunità tutta a prendersi cura dello spazio pubblico, fruendone correttamente e portando avanti comportamenti virtuosi, la cui diffusione tende fisiologicamente a emarginare le condotte che vanno in direzioni opposte.
Tutte le città devono fare i conti con ratti e zanzare e Bologna non fa differenza. Per contrastare la proliferazione di queste specie, il Comune di Bologna gestisce di concerto con l’Ausl le disinfestazioni programmate, nel massimo rispetto dell’ambiente e con l'ausilio di moderne strategie d’intervento, sensibilizzando residenti e amministrazioni condominiali affinché gli sforzi siano comuni, così da non vanificare gli interventi. Tutto questo a prescindere dalla scopertura del canale.